8. L'età contemporanea

Dalla fine del XIX secolo e per gran parte del XX secolo, l’arte dello smalto gode finalmente di un periodo di rivalutazione, favorito dalle avanguardie e dalla positiva sinergia fra smalto e design, oltre alla riscoperta dello smalto tradizionale grazie alle scoperte archeologiche di quegli anni nelle tombe micenee e mesopotamiche, tali da rivelare le origini antichissime della tecnica e da risvegliare l’interesse di molti artisti. Questa è una breve storia della rinascita dello smalto, suddivisa per nazione.

GIAPPONE

Dopo un periodo di decadenza, a partire dal 1850 e per quasi un secolo, lo smalto giapponese sperimenta una vera e propria Età dell’Oro, nel cuore del periodo Meiji. Il merito della sua riscoperta e del suo successo è tradizionalmente attributo a Kaji Tsunekichi, un ex-samurai che, in cerca di un secondo lavoro per sbarcare il lunario, si reinventa come imprenditore dell’arte dello smalto dopo aver analizzato uno smalto cinese e aver scoperto come riprodurne la tecnica, per lo più da autodidatta ma rifacendosi anche agli antichi testi giapponesi che ne descrivevano l’esecuzione. Nel 1855, Tsunekichi inaugura la sua manifattura a Nagoya, e tale attività durerà per decenni, passando la tecnica di generazione in generazione ai suoi discepoli. La produzione di questo periodo si concentra soprattutto su vasi, ciotole e piatti con tradizionali decorazioni shippō. L’Età dell’Oro dello smalto giapponese si protrarrà almeno fino al 1950 circa, diffondendosi per mezzo di diverse scuole nate dall’esperienza ed intuizione originaria di Tsunekichi. Fra gli artisti del periodo, nomineremo solo alcuni fra i più grandi: Hayashi Tanigoro, Andō Jubei, Namikawa Yasuyuki, Namikawa Sōsuke, Yukio Tamura, Kumeno Teitaro, Hayashi Kodenji, Inaba Isshin e Goto Seizaburō. Leggi il nostro Approfondimento.

Ciononostante, lo smalto non scomparve del tutto dopo il 1950 e costituisce tuttora una parte vitale di ciò che chiamiamo “arti e mestieri” (e che per i giapponesi sono pari all’arte pura). Fra i più importanti maestri contemporanei, ricordiamo Kyoko Iio, Yoshiko Yokoyama, Hobuko Horigome, Yoko Toshimura, Otha, Akiko Miura and Suzuki. Per le arti murali: Toshiko and Mamoru Tanaka.

GERMANIA

La scuola d’arte “Die Burg Giebichenstein” (meglio nota come Bau Haus) formerà molti artisti in diverse arti. Tra gli smaltisti più importanti, è bene menzionare qui Maria Likartz e Lili Schultz, attive nel periodo fra i due conflitti mondiali. Le scuole di Pforzheim e Hanau svolgeranno un ruolo altrettanto importante in tutte le forme d’arti e mestieri. Questi movimenti avranno rappresentanti non solo in Germania, ad esempio Walter Lochmüller, ma anche all’estero, ad esempio lo smaltista francese J. Goulden, o in Spagna e in Gran Bretagna.

Fra i più importanti artisti che si sono occupati di smalto in Germania e ne hanno scritto la storia, ve ne sono alcuni indipendenti dalle avanguardie del XX secolo. Il più importante di questi smaltisti è sicuramente Egino Weinert (1920-2012), che ha dedicato tutta la sua vita alla produzione di opere religiose con uno stile che richiama le icone medievali, ma anche sculture bronzee, vetrate e persino opere monumentali con decorazioni smaltate, quali tabernacoli e altari. Un approccio simile verso il cloisonné tradizionale è anche quello di Suor Lioba Munz (1913-1997), una monaca dall’Abbazia di Fulda, le cui opere a smalto sono sparse in diverse chiese tedesche. È curioso notare che ambedue gli artisti avevano appreso la tecnica presso i corsi di oreficeria della professoressa Elizabeth Treskow.

È importante menzionare che il C.K.I. è nato in Germania per intuizione della smaltista tedesca Gertrud Rittmann-Fischer, per promuovere la smaltatura e le arti del fuoco nel mondo.

Una nota storica: durante la tragica pagina della Shoah durante il Terzo Reich, anche lo smalto ha svolto un ruolo piccolo ma significativo contro l'antisemitismo. Pochi ricordano, infatti, che fu grazie all'azienda Emalia (Deutsche Emaillierwerk-Fabrik) di Cracovia che l'imprenditore tedesco Oskar Schindler riuscì a salvare da morte certa circa 1200 ebrei impiegati presso la sua azienda, in cui si producevano pentole smaltate.

FRANCIA

Durante il periodo dell’Art Déco (1920-1930), Limoges rinasce grazie alle opere di Alexandre Marty, sua figlia Henriette, Léon Jouhaud (1874-1950) e Camille Fauré (1874-1956), un artista celebre per le sue brocche smaltate “Art Déco”, opere d’arte universalmente riconosciute.

Grazie alle Biennali Internazionali inventate da George Magadoux, dal 1971 al 1994, Limoges diventa la vera capitale della smaltatura a livello internazionale e ispira la nascita di eventi simili e la creazione di importanti musei in Francia, Spagna e Giappone. Ecco una lista degli smaltisti francesi più celebri, dei quali la maggior parte appartiene alla tradizione limosina.

Robert Barriot (1898-1979). Questo grande smaltista, pittore e scultore, è meglio noto come “il gigante dello smalto” per la creazione dei più grandi pannelli monolitici in rame sbalzato e smaltato: i sette pannelli che compongono la pala d’altare della Chiesa di sant’Odilia a Parigi. È l’unico in questa lista a non appartenere alla tradizione limosina.

René Restoueix M. O. F. (1924-2006). È stato un importante artista ed insegnante di smalto artistico nello stile di Limoges; nel suo atelier si sono formati i fratelli Carmona (vedi più sotto).

Pierre Bonnet M. O. F. (1934-2008). Come il Restoueix, ha ricevuto l’onorificenza M. O. F. (“Meilleur Ouvrier de France”) ed è considerato uno dei massimi esponenti dello smalto limosino e un vero maestro di quest’arte.

Michel Betourné è uno dei pochi maestri francesi dello smalto ancora in vita che pratica l’antica tecnica limosina.

I fratelli Carmona sono fra i massimi esperti ed esponenti dello smalto francese nel XX secolo. Jean (1928-1995) e François (1929-1994) sono nati a Roussillon (dipartimento dell’Isère). Jean lavora per la vetreria Givors (dipartimento Rhone) e frequenta la Scuola d’Arti Decorative di Limoges, dove ottiene un premio; dal 1954 fa la sua prima esperienza nel laboratorio artistico del Bonnet. Suo fratello François studia come decoratore della porcellana nello stile di Micheland, e poi diviene Maestro d’Arte e lavora per alcun anni negli atelier di Poral, Prayaux e Restoueix. Dal 1960, i due fratelli lavorano insieme nel laboratorio del grande artista Jean Betourné e nel 1962 inaugurano la loro attività.

Ricordiamo anche la famiglia Chéron e, tra i membri del C.K.I., Jean Zamora (M.O.F. nel 1976) ed Elizabeth Pellegrini, entrambi insegnanti dello stile Limoges, il primo proprio nella capitale dello smalto, la seconda attualmente in Normandia. Tra gli artisti più innovativi, menzioniamo di seguito Christian Christel, Roger Duban, B. Veisbrot, H. Martial, M. T. Masias, J.C. Bessette. Oggi l’arte dello smalto è dominata da Dominique Gilbert e la sua “Galérie du Canal”.

A sinistra: un dettaglio dalla "Danza macabra" di Robert Barriot. Al centro: un vaso art Déco di Camille Fauré. A destra, un paesaggio di Limoges di Léon Jouhaud.

SPAGNA

In Catalogna, il nome più importante agli inizi del XX secolo in Spagna è quello di Miguel Soldevila, oltre alle tradizioni della Scuola Massana e della Scuola Llotja, che seguono le orme di smaltisti francesi come Grandhomme e Garnier, facendo di Barcellona uno dei centri di smaltatura più produttivi d’Europa, sfornando grandi nomi come quelli di Lluis Masriera, Modest Morató Ojer, Josep Brunet, Núria Nialet, Francesca Ribas, Núria Ribot, Joan Gironés, Montserrat Mainar, Pascual Fort, Andreu Vilasís, Núria Lopez-Ribalta e di Francesc Vilasís-Capalleja, artista di caratura internazionale.

Fra i nomi più importanti del periodo "Art Déco", non possiamo non nominare i fratelli Osmundo e Eloy Hernández, due gioiellieri, scultori e smaltisti di Valladolid. Nati a fine Ottocento, i due fratelli dimostrano una precoce attrazione per quest'arte e si perfezionano a Parigi nel 1917-1918 e negli anni seguenti iniziano il tradizionale "Grand Tour" dell'Europa, durante il quale assorbono i nuovi stili artistici d'inizio Novecento. Nel 1922 tornano in Spagna e fondano il loro laboratorio di gioielleria a Vigo, dove negli anni seguenti si guadagnano una buona fama e diversi premi. Oltre alle opere Art Déco, i fratelli Hernández si cimentano anche nella riproduzione fedele di diverse opere medievali e rinascimentali, tra cui spicca una replica a dimensione naturale del celebre Frontale di Silos.

Fra gli altri smaltisti spagnoli al di fuori della Catalogna i fratelli Arrúe a San Sebastián (Paesi Baschi) e Victoriano Juaristi, medico e artista poliedrico (San Sebastián 1880, Pamplona 1949).

Ritratto femminile realizzato da Andreu Vilasis, artista e docente a Barcellona (Scuola Llotja)

CECOSLOVACCHIA

L'ex Cecoslovacchia diventa un centro importante della smaltatura artistica a partire, soprattutto dagli anni Sessanta (fonte: Uměni emailu – Technika smaltu, Museo della Tecnica di Brno, 2017)

- Věra Janoušková (1922-2010). Pur non essendo una smaltatrice, quest’artista ha realizzato diverse sculture composte da oggetti smaltati d’uso domestico, opportunamente tagliati alla fiamma e saldati fra loro.

- Jan Nušl (1900-1986), studente dell’Accademia d’Arti, Architettura e Design (VŠUP) di Praga. Ha ridato vita a questa tecnica, insegnando nella stessa Accademia e formando così ben due generazioni di artiste dello smalto.

- Jana Cepková (nata nel 1939), allieva di Jan Nušl e moglie dell’artista slovacco Anton Cepka, uno dei fondatori del Club dei Concretisti cecoslovacchi. Ha vinto un premio alla Biennale internazionale di Limoges del 1978 e ha partecipato a diverse esposizioni all’estero a Vienna, Hanau e Pfarnheim.

- Eva Žaková-Št’astna (1944), un’altra studente di Jan Nušl, ha saputo rinnovare lo smalto tradizionale con nuove tecnologie e tecniche. Nel 1985 ha organizzato anche l’Esposizione degli Smaltatori Cecoslovacchi Moderni nell’Atrium di Praga, in cui ha partecipato anche come espositrice.

- Eva Kučerová-Landsbergrová (1947-) è un’artista originaria di Místek, nella catena dei Monti Beschidi. Si è diplomata alla Scuola Secondaria di Arti Applicate nella città morava di Uherské Hradiště, specializzandosi in disegno grafico nel 1967. Le sue opere sono influenzate dai paesaggi montuosi e boschivi della sua terra natia.

- Radka Urbanová (1947-), ha studiato nella Scuola di Arti Applicate di Praga. Ha iniziato a praticare la smaltatura nel 1995. I suoi gioielli e oggetti smaltati combinano spesso creature stilizzate e umoristiche con la presenza di parti mobili, come nei giocattoli. Nel 1998 ha vinto il primo premio alla Fiera Internazionale della Gioielleria di Kecskemét e il 10° Premio per la Gioielleria Cloisonné a Tokyo, nella categoria “Nuove Proposte”. Oggi è la direttrice della Galleria Mňau.

- Alena Novaková (1929-1997), appartenente alla seconda generazione degli studenti di Jan Nušl all’Accademia d’Arti, Architettura e Design di Praga.

- Olga Francová, Alexandra Horová e Madla Cubrová (1962-), studentesse del VŠUP, hanno formato insieme un gruppo di smalto artistico interamente al femminile, seppur di breve durata. Le artiste hanno proseguito le loro carriere separatamente.

- Veronika Richterová (1964-), dopo aver studiato all’Accademia delle Belle Arti di Praga, si è perfezionata nello smalto a Parigi nella Scuola d’Arti Decorative, pur non disdegnando altre tecniche e materiali. Il suo uso originale dello smalto è destinato alla creazione di sculture di animali realizzate con supporti non convenzionali (ad esempio, serpenti realizzati con tubi da fumisteria) e sono rivestite con smalti industriali dai colori sgargianti, spesso con un effetto umoristico o volutamente eccessivo.

- Magdalena Urbanová (1971) è la figlia d’arte di Radka Urbanová. Magda ha inizialmente studiato etnologia nell’Università Carolina di Praga e successivamente ha seguito la stessa carriera della madre, studiano oreficeria. Lavora con lo smalto da circa 20 anni. È anche l’autrice del primo libro sulla smaltatura a fuoco dei metalli in lingua ceca. È direttrice dell’esposizione di storia dello smalto nel Museo della Tecnica di Brno. Lavora con tecnologie sperimentali per ottenere effetti speciali dai suoi smalti.

- Eliška Fuksová (1995-) è la più rappresentativa dell’attuale generazione di artisti dello smalto in Repubblica Ceca.

ITALIA

Lo smalto artistico rifiorisce in Italia all’inizio del XX secolo dopo un lungo periodo di decadenza. Il suo primo epicentro è la città di Milano, mentre nel resto d’Italia sorsero scuole, atelier e centri di smaltatura solo dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.

Conclusione

Le tecniche della smaltatura artistica si sono avvicendate e perfezionate per circa 35 secoli passando di mano tra popoli molto diversi tra loro per cultura e religione e forme sociali. Sono state assorbite e tramandate da varie scuole e movimenti artistici. Ma il fascino particolare di questa arte applicata ha superato ogni tipo di ostacolo giungendo ancora integra ai giorni nostri. Resta un’arte difficile e per pochi artisti che si appassionano ai risultati stupefacenti, visibili però solo dopo decine di cotture in forno a 800°C. Per un disegno imperscrutabile del destino queste tecniche sono praticate ancora oggi in modo pressoché identico:

- Il Cloisonné, di cui cito gli esempi di Egino Weinert di Colonia e di Gertrud Rittmann-Fischer di Deidesheim, classe 1922, che nonostante l'età realizza ancora poesie e storie con le sue opere smaltate.

- Il Traslucido, tecnica mista con il Grisaille di Larisa Solomnikova, praticamente un gioiello.

Egino Weinert - Gertrud Rittmann-Fischer - Larisa Solomnikova

- Il Ronde bosse, il Champlevé o il Plique à jour in uso presso gli orafi.

Esempi di ronde-bosse e plique à jour

- La tecnica Grisaille, raramente applicata ma i grandi "maestri" come Jean Zamora, ne conservano la conoscenza.

- Non mancano gli esempi di esecuzioni astratte come in questo smalto futurista attribuito al Balla:

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Betourné di Limoges - Francesc Vilasís-Capalleja di Barcellona "Mona Margarita"

Micaela Doni di Monza

Provate a pensare, se Leonardo avesse eseguito in smalto il suo capolavoro Monna Lisa, oggi blindata al Louvre perché ormai consumata dai secoli, vedremmo “la Gioconda” ancora nuova, con i suoi colori luminosi e la brillante superficie, come appena tolta dal forno dalle sapienti mani dall’artista.

Confronto di durata: a sinistra e sopra al centro, la Gioconda (1510, olio su tela) di Leonardo da Vinci, con le sue rughe da invecchiamento.

A destra e sotto al centro, Maria Stuarda, regina di Scozia e regina consorte di Francia (1559-1560, smalto su rame) attribuibile a Léonard Limosin, ancora come appena uscito dal forno.

Eppure Leonardo aveva capito le incredibili proprietà dello smalto, in particolare la sua resistenza nel tempo, come scrive nel suo Trattato della Pittura.

"LA PITTURA FATTA SOPRA RAME GROSSO COPERTO DI SMALTO BIANCO, E SOPRA QUELLO DIPINTO CON COLORI DI SMALTO, E RIMESSO IN FUOCO E FATTO CUOCERE, QUESTA PER ETERNITA' AVANZA LA SCULTURA"

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